Mario Casillo presidente della provincia di Napoli. Da qualche settimana negli ambienti democrat circola con insistenza l’indiscrezione riguardante il capogruppo del Pd al consiglio regionale. Ad ingolosire il ras originario di Boscoreale è la decisione del governo di ripristinare le preferenze ritornando così al “vecchio” consiglio provinciale ed abolire le elezioni di secondo livello previste per il rinnovo di Città Metropolitana. Resta da capire a questo punto quali saranno i collegi elettorali e la data delle elezioni. Ma andiamo con ordine.
Secondo fonti governative ogni circoscrizione non dovrebbe superare i 100mila abitanti mentre per la tornata elettorale il governo Meloni, nel corso di questi giorni, sta valutando due ipotesi. La prima riguarda l’election day insieme alle elezioni europee a maggio 2024. In questo modo il centrodestra a trazione Meloni avrebbe serie possibilità di vittoria in tanti territori (soprattutto al Sud) beneficiando elettoralmente della luna di miele con gli italiani della premier romana. La seconda ipotesi (meno accreditata al momento) riguarda la scadenza naturale del mandato dell’attuale Città Metropolitana in concomitanza con le elezioni regionali, in questo caso, in Campania. Ma al netto dei vari scenari la candidatura di Casillo prende sempre più forma giorno per giorno ed offre alcuni spunti di riflessione che inchiodano il consigliere regionale sgombrando il campo da possibili smentite. Innanzitutto c’è un fattore finora abbastanza sottovalutato e che racchiude il personaggio sul piano politico.
Casillo non ha mai realmente coltivato ambizioni di carattere nazionale. In un’ottica di controllo militare del territorio basti pensare che alle ultime 2 elezioni politiche è stato candidato il fedele alleato Lello Topo. Alle Europee nel 2019 ha sostenuto Giosi Ferrandino mentre l’anno prossimo sosterrà nuovamente Topo al Parlamento Europeo. Finita qui? Nemmeno per idea. Casillo, salvo terremoti imprevisti, dovrebbe godere del pieno appoggio del Pd provinciale guidato da uno dei suoi fedelissimi: Giuseppe Annunziata, eletto segretario del partito all’unanimità qualche settimana fa. Più chiaro di così si muore. Del resto nell’hinterland napoletano Casillo può contare insieme a Topo una fitta rete elettorale (quasi plebiscitaria ad onor di cronaca) di sindaci e consiglieri comunali messa in piedi negli anni dopo la scomparsa (politica) dei bassoliniani. Un potere politico di grosse dimensioni che al momento può addirittura convincere pezzi del centrodestra a convergere sulla sua candidatura per blindare la vittoria finale. Pure perché al momento nella geografia politica del centrosinistra in provincia non esiste un’alternativa in grado di contrapporsi al volere di Casillo. Uno scenario sul quale il partito di Elly Schlein ha grosse colpe, capace negli anni di produrre una classe dirigente senza storia e senza voti. Ai posteri l’ardua sentenza.