Casavatore – Ancora un caso di malasanità risolto dopo decenni. È la storia di una donna di Casavatore, deceduta nel 2014. Facciamo un passo indietro nel tempo. Nel 1974 la donna subì una trasfusione di sangue in stato di gravidanza dopo essere stata ricoverata presso gli Ospedali Riuniti a Napoli. Ebbene, in quell’occasione la donna, suo malgrado, contrasse l’epatite C, scoperta a sua volta in un normale controllo di salute avvenuto molti anni dopo, nel 1999. Da quel momento le condizioni della donna peggiorano di anno in anno, fino ad arrivare ad una cirrosi epatica insieme ad un cancro al fegato. Dopo il decesso i familiari decisero di rivolgersi all’avvocato Maurizio Albachiara, professionista originario di Acerra specializzato in risarcimento danni da emotrasfusioni infette. Detto e fatto. Nel 2014 la Commissione Ospedaliera di Roma si riunì e certificò il “terribile collegamento” fra la malattia e la trasfusione. Da lì il giovane legale citò in giudizio il Ministero della Salute. La peripezia giudiziaria della famiglia della donna arriva fino ai giorni nostri. Infatti qualche giorno fa il Tribunale Civile di Napoli condanna il Dicastero alla somma di 697mila euro oltre agli interessi, spese mediche e funerarie. In altre parole il Ministero aveva l’obbligo di vigilare sulle sacche di sangue per uso terapeutico. A seguito della vicenda arrivando le dichiarazioni dell’avvocato Albachiara: ” Giustizia è fatta. Chiunque desideri agire per vie legali, può farlo tranquillamente entro 10 anni dalla perdita del familiare. Casi di malasanità come questi, purtroppo, ce ne sono ancora molti ed è nostro dovere trovare la verità anche a distanza di tanti anni”.