Il documento a firma delle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil per la vertenza dei lavoratori ex Carrefour ha dell’incredibile. Era al governo della regione Campania Stefano Caldoro del centrodestra, a Casoria, Stefano Ferrara del centrodestra quando è iniziata quest’odissea. Da anni oramai si trascina il problema, iniziato con la chiusura dell’ipermercato sito in Via San Salvatore a Casoria, il primo del centrosud, il secondo in Italia. EuroStanda si doveva chiamare negli anni 70’ quando fu inaugurato, ma per alcuni “problemi” il nome fu cambiato in Euromercato. Sono passati fior di imprenditori e le loro Holding finanziarie, Berlusconi in testa. Il posto era a ridosso del più grande snodo autoferrotranviario; Uscita dell’autostrada del sole; Circumvesuviana a cinquecento metri; Stazione ferroviaria di Casoria a cinquecento metri; sulla via che da Casoria arriva al mare a Licola e soprattutto l’uscita terminale della Tangenziale. Ricordo le folle oceaniche, quel meraviglioso colpo d’occhio a Natale, in ogni caso nel ritornare da Napoli c’era sempre un motivo per passare dall’Euromercato. Da una diecina d’anni si trascina l’ultimo negativo evento che ha aperto il declino del centro commerciale. Interessi, speculazioni, chi lo sa, se ne sono dette tante, addirittura area di compostaggio, di parcheggio di auto o rifiuti. A poche centinaia di metri L’Ucicinemas, Mediaworld, l’Ikea, Leroy Marlin, Decatlon, a rappresentare una cornice al vecchio ipermercato di quella grande distribuzione che sembra essere stata negli ultimi anni una delle poche industrie produttive e volano di sviluppo occupazionale. Oggi, si affaccia su quell’area la prospettiva dell’apertura della società Globo, sicuramente una cosa positiva per il rilancio dell’intera area. Riflettendoci su, ma non si è dimenticato qualcosa, qualcuno o più di uno nel frattempo? Sì, ci siamo dimenticati di chi lotta per il proprio lavoro, la propria dignità, gli ex lavoratori Carrefour, come sono stati denominati dall’inizio del calvario. L’esigenza di ringiovanire un personale da presentare all’apertura del Globo per una questione d’immagine c’è, non c’è necessità di assicurare alla società stessa servizi, manutenzione, guardiania, parcheggi, giardinaggio, vigilanza, trasporto e quant’altro? Non si potrebbero creare le condizioni per tanti ancora attivi lavoratori in mobilità di un recupero della propria dignità di uomo o donna, lavoratore o lavoratrice? Sono convinto che ci siano le possibilità, in particolare se si riesce a immaginare che non più tardi di
qualche anno fa forze politiche a sostegno dei lavoratori, argomentavano interventi da Consiglieri regionali, parlamentari e a Casoria in Consiglio comunale da consiglieri dell’opposizione. Continuiamo a sostenere i lavoratori e le loro aspettative, facciamolo ognuno per il suo ruolo, politico, informativo, istituzionale. CI avviamo all’ennesimo Natale di crisi e restrizioni, sono oramai sette anni, ma non lasciamo soli chi sta indietro, che non ce la fanno, lo dicono tutti in ogni luogo, in particolare la sinistra. Un po’ di retorica non guasta è vero, come spesso in questi anni la demagogia sui temi del lavoro ha trovato terreno fertile, ma a lavoratori che da anni vivono, per meglio dire sopravvive con lo spettro che sia finita, continuiamo a dare certezze insieme a qualche speranza. Reintegro o ammortizzatore sociale, in qualsiasi modo lo vogliamo chiamare, si accompagni ancora il percorso di lotta degli ex lavoratori Carrefour, si può fare, si deve fare, in nome di quei valori e quei principi che da sempre ispirano uomini e donne che lottano al fianco dei lavoratori. C’è tempo, ci sono le risorse, si metta in campo la volontà politica e si risolva il problema, si può fare.