Ci siamo, domenica quattro marzo si vota, abbiamo vissuto la campagna elettorale più lunga e complessa dal dopoguerra a oggi, il grado di pressapochismo e volgarità ha superato il livello di guardia. La convinzione comune è che i pozzi oramai avvelenati della politica abbiano raggiunto un tale livello d’inquinamento e il livello d’ipocrisia proposto sia così forte che dal cinque marzo si continuerà a vivere alla giornata tra piccole bugie e mezze verità. I principali interpreti in questo scontro senza orario e senza bandiera sono Renzi e il PD in primis ma anche Salvini, Meloni e Berlusconi per il centrodestra e Di Maio insieme a tutte le fake del M5s messe in giro, a favore e sfavore, si sono difesi bene. Hanno tentato in tutti i modi di tirare nella zuffa Pietro Grasso, in particolare il mondo dell’informazione ha spesso, troppo spesso, proposto trasmissioni e articoli di giornale incentrati sui temi dell’alleanza, mettendo in secondo ordine la vera anima della politica, in particolare il programma di Liberi e Uguali. Ad un certo punto le provocazioni si sono trasformate in ingiuriose ipotesi di accordi e inciuci che Pietro Grasso complottando con Berlusconi, Di Maio, Renzi. La disponibilità a sostenere un Governo di scopo per proporre una vera Legge elettorale non questo scempio, subito si è trasformata in un’adesione a un’alleanza delle più disparate ipotesi. Addirittura Potere al popolo, formazione nata dal desiderio di proporre un’alternativa antagonista di sinistra, presente alle elezioni con il proprio simbolo ha fatto dell’ostracismo e spesso la volgarità contro gli esponenti di Leu, il proprio terreno. Forse la nascita del nostro movimento ha pestato i piedi ai più, dal PD che ha dato origine al dissenso con una serie di atteggiamenti di Metteo Renzi e del suo cerchio magico che in particolare, l’arroganza mostrata dopo la sconfitta del Referendum costituzionale del 6 dicembre 2016 e le politiche contrarie ai giovani, ai lavoratori agli anziani e soprattutto contro il mondo della scuola. Jobs Act e Buona Scuola sono costati al PD la perdita del 20% dei consensi dalle Elezioni europee alle ultime elezioni regionali e come reagiva la nomenclatura PD, se non con saccente distacco e superba distanza dai valori della sinistra. Il M5s ha proposto contro Grasso in particolare una serie di fakenews tali da screditare, senza riuscirvi, l’ex Presidente del Senato, dal già citato ingresso nell’inciucio istituzionale post-elezione alla nomina a Procuratore nazionale antimafia, avvenuta durante il governo Berlusconi. Il centrodestra invece ha concentrato il fango, insieme ai giornali e i programmi “vicini” contro la Presidente della Camera Laura Boldrini e la sensibilità che ha mostrato sui temi dell’antifascismo e dell’immigrazione. Eppure dobbiamo dare atto a Pietro Grasso in particolare, di equilibrio e sobrietà di giudizio, e serietà degli atteggiamenti anche quando in modo deciso rispondeva al conduttore di turno “parliamo di programmi, di problemi, cosa vuole che interessi agli elettori delle alleanze che a oggi sono improponibili”. Liberi e Uguali è un partito che ha infastidito e non poco il mondo politico vecchio e nuovo, la rinascita della sinistra, di una sinistra riformista e di governo che, come ben dice Bersani “non necessariamente deve sostenere una maggioranza lo può fare anche dall’opposizione”. I dibattiti televisivi e le interviste hanno proposto una vera classe dirigente, da Grasso a Boldrini, da Civati a Fratoianni, da Bersani a Falcone, D’Attore, Scotto, la nostra Michela Rostan, Peppe De Cristofaro, i candidati dell’uninominale e quelli che seguono i capilista nel proporzionale, sempre con equilibrio ha saputo convincere gli elettori che la strada intrapresa il cinque dicembre a Roma, all’Auditorium Atlantico dalle tre forze politiche “Articolo Uno mdp – Possibile – Sinistra Italiana”, è irreversibile. L’affermazione domenica quattro marzo della lista Liberi e Uguali alle Elezione politiche sarà il primo passo verso un recupero e soprattutto il riavvicinamento di una parte della politica, quella legittimata dalla storia del secolo scorso, al mondo del lavoro, alla scuola, alla Sanità pubblica, agli anziani, ai giovani. Bisognerà ricomporre quella frattura, quella ferita con le classi deboli oggi affascinate dal populismo che si nutre del “like” di facebook. Sarà dura, difficile, complesso ma sono sicuro che l’impegno profuso in questi tre mesi, quello che sapremo mettere in campo in questi ultimi giorni, la difesa nei seggi del nostro consenso ci regalerà, a noi di Liberi e Uguali, un risultato straordinario. Quando alla fine conteremo i consensi, ricordiamocelo, dal cinque marzo avremo il dovere di non dimenticare tutto quello che abbiamo scritto e detto in questa campagna elettorale. Rispolveriamo l’Eskimo oggi Parka e torniamo tra la nostra gente, il nostro popolo, recuperiamo la nostra identità e cerchiamo di essere degni della loro fiducia. Cerchiamo soprattutto di definirci di nuovo e questa volta veramente, uomini e donne di sinistra, come lo sono i stati i nostri padri nel secolo scorso, dalla nascita nel 1892 a Genova del Partito dei Lavoratori Italiani alla rinascita a Roma di Liberi e Uguali.