Niente di niente. Ma proprio niente di niente. A quanto pare il clima caivanese non vuole o non può cambiare. Difficile stabilirlo al momento. Da una parte un progetto politico che, con tutti i limiti del caso, sta portando avanti un’opera di bonifica dei conti dell’Ente oltre ad una serie di risultati che ben presto saranno visibili alla collettività. Dall’altra parte un’opposizione che continua a valutare lo scioglimento anticipato del consiglio comunale come unico strumento di contrasto all’amministrazione in carica.
In netta continuità rispetto agli ultimi 20 anni di una città che riesce a trovare pace. Perennemente in ostaggio della solita parte politica che anziché garantire un’alternativa di governo e misurarsi col corpo elettorale ricorre ai soliti metodi nella stanza di qualche notaio per poi perdere puntualmente le elezioni. Questa è storia. Ora il dado è tratto. L’appello del sindaco Falco di qualche settimana fa circa la serenità del clima politico rappresenta un messaggio a tutte le forze politiche in città. Maggioranza e opposizione. Soprattutto verso quei settori che difficilmente si collocherebbero in un’azione di sfiducia con partiti nettamente contrari ai propri valori. Un’accozzaglia difficilmente spiegabile al singolo cittadino. In parole povere cosa ci farebbero insieme pezzi civici del Pd con Forza Italia e Fratelli d’Italia? Quale collante li coalizzerebbe? E soprattutto quale visione di città li vedrebbe uniti dinanzi agli elettori? Io, un’idea, ce l’ho ma al momento la tengo per me.
Ma ve li immaginate? Uniti a Caivano e divisi altrove. Governo, Regione e Città Metropolitana. Amici di mattina e avversari di sera. Parliamoci chiaro. Una roba che non sta in piedi nemmeno per un secondo. E che genera domande infinite sul destino della città. Ma chi decide se un’amministrazione ha fallito? I cittadini o la stanza del notaio? Quando dura un’amministrazione votata del popolo? 5 anni o 30 mesi? Chi vince governa. Chi perde fa l’opposizione. Ma a Caivano i soliti attori vogliono rispedire nel passato una città che con ogni difficoltà legata alla qualità della classe dirigente tenta di risalire la china. Una roba che può essere ribaltata tranquillamente da chi ha l’età dalla sua parte per evitare errori del passato. Del resto fra qualche settimana il consiglio comunale discuterà del bilancio consuntivo. Ovvero il primo bilancio “politico” dopo l’epoca del dissesto finanziario. Il centrosinistra punta al bis. Chi vuol capire, capisca.